martedì 23 dicembre 2014


UN AUGURIO DI BUON NATALE A TUTTI E UN BUON 2015.

L'attività degli uffici e delle spedizioni riprenderanno dal giorno 7 gennaio 2015.


AUGURI

giovedì 19 giugno 2014

L'ARTE DEL FAI DA TE


I tempi attuali sono quelli che sono e… forse, ne avremo ancora per un po’...
L'insoddisfazione dei lavori di manutenzione, perché non eseguiti bene o a costi improponibili, hanno modificato l'utenza delle "piccole barche" che solo qualche anno fa erano considerate misure importanti.
Il connubio tra costruzione in vetroresina e rifiniture di alcuni particolari significativi in legno ha assunto un’importanza e un colpo d'occhio eccezionale.
Francesco nella scelta della sua barca è stato lungimirante. Colore della vetroresina bianco panna (così non riscalda e si sporca meno del solito blu, bello… ma che noioso!) fascione laterale e trincarino che ricordano le passate costruzioni e da qui le preoccupazioni e il disagio di non averle sempre al massimo.
La tranquillità e la soddisfazione dell'armatore è anche nella perfetta manutenzione e integrità progettuale.
La finitura e il mantenimento del legno è quello che più lo ha crucciato. Lui fa tutto altro mestiere, ma prima di fare ha voluto capire.
Perché da sotto la base dei candelieri vengono fuori macchie più scure?
Semplice: le viti hanno rotto le fibre del legno e l'umidità che penetra attraverso di esse si allarga e lo scurisce. Per risolvere il problema si allarga il precedente foro di 2 o 3 volte, si impregna con 10 10 CFS e a seguire si riempie con la stessa additivata con Addensante n° 2. Dal giorno dopo si crea un foro centrale con diametro inferiore a quello della vite, che si farà strada con una tenuta eccezionale e il problema è risolto.
Perché non si deve usare il phon a calore per rimuovere il trasparente?
Perché si può danneggiare il legno e nella fase di riscaldamento la vernice che per una attimo diventa liquida viene assorbita e impedirà una perfetta impregnazione nel successivo trattamento facendo anche discontinuità di colore.
Come controllarne l'uniformità?
Una spugnata abbondante di acqua dolce metterà in risalto l'eventuale presenza di residui del precedente trattamento.
Ora si può iniziare!
E a dargli una tonalità leggermente più scura?
Dopo la seconda mano applicare SPINNAKER Wood Protection Clear (che è leggermente colorato) oppure aggiungere sino al 10% di SPINNAKER Mahogany che è mordente concentrato. Alla tonalità desiderata si danno le altre mani di SPINNAKER.
Perché usare come prima mano la resina 10 10 UV Protection o 10 10 CFS?
Perché compatta le fibre del legno, saldando le piccole spaccature. Se il legno viene protetto successivamente con la linea SPINNAKER si ottengono risultati di lucentezza e durata eccezionali.
Quale tipo di vernice trasparente usare della nostra gamma e come applicarla?
L'offerta è varia e completa, tra esse SPINNAKER Gold Fashion che come altri prodotti della linea non necessita di carteggiatura tra mano e mano. Facile da applicare, grande lucentezza e risultato nel tempo.
Tante domande ancora fatte durante gli interventi operativi nei week end e poi inviate corredate con foto via internet (una bella comodità) a costo zero e in tempo reale.
Ecco, essere accanto alla barca, il cliente ci presenta le sue necessità e partecipiamo insieme alla fattibilità del lavoro.





foto 1 - Appoggio del candeliere. I fori delle viti sono stati allargati di 2,5 volte e riempiti con 10 10 CFS e Addensante n° 2. I nuovi fori sono di diametro inferiore a quello delle viti perché trovino un ottimo contrasto e tengano bene.




foto 2 - Il candeliere dopo l'intervento "meccanico" e il nuovo trattamento di verniciatura con 10 10 CFS e SPINNAKER YACHT Varnish.



foto 3 - Il legno riportato a nuovo e controllato nella omogeneità del colore dopo una "spugnata" di acqua.



foto 4 - L' ottimo effetto estetico che compiace l'armatore per il suo lavoro.



foto 5 - Il meritato riposo dondola dolcemente la "creatura".

I prodotti: 10 10 CFS, Addensante n°2, SPINNAKER GOLD FASHION, SPINNAKER WOOD PROTECTION, SPINNAKER MAHOGANY

martedì 27 maggio 2014

IL BUON TIMONE


Bolina stretta, avanti a tutta forza e… colpi di timone per salire sull'onda e partire in surf.
Intervenire sul timone è un lavoro che si cerca di rimandare. Non è un intervento di normale routine. I timoni non sono facilmente "indagabili" con i rilevatori di umidità, perché la struttura di ferro manda in tilt lo strumento. Bisogna interpolare tra i numeri.
In questo caso, Mirco, è stato drastico. Non trovava soluzione e consolazione a vederlo gocciolare per giorni e giorni ad ogni alaggio. Stucca qui, stucca là, ma il problema restava, tornava puntuale.
Lunghi colloqui telefonici e poi la prima finestrella, a seguire la seconda e con questo accesso rimozione completa di tutta la schiuma poliuretanica.
Marcia e piena di acqua come una spugna.
Nessuna struttura, né cellule chiuse tanto decantate.
Il timone mostra lo strato sottile della laminazione; l'ossatura interna d'acciaio è ancora integra, seppure in parte sganciata dall'involucro esterno. Gli stucchi a base poliestere, seppure fibrati, ritirano, contengono solvente!
Lavaggio generoso con acqua. Solo acqua per la rimozione completa dei residui e per sbloccare ogni accumulo raccolto di decomposizione del poliestere.
Niente meglio dell'acqua!
La struttura ora appare asciutta e trasparente. Lo skeg di due parti, di cui quella alta è proseguimento dello scafo, è allineata con due perni a metà struttura prima di essere laminata per dare integrità. Lì si è scavato per il controllo e ricostruita la parte mancante con 10 10 CFS e Microfibre Minerali prima di laminare nuovamente con vetro e carbonio unidirezionale.
Sempre con 10 10 CFS e Microfibre Minerali viene formato un impasto simile a una marmellata densa che dopo avere spennellato le parti interessate, con il solo 10 10 CFS, viene introdotto attraverso le “tasche” del timone, in modo da creare un rinforzo e per fare una corretta presa degli appoggi interni di acciaio come nella parte da ricostruire dove è fissato con viti il calcagnolo.
Il PVC a cellula chiusa, tagliato in strisce, è stato zeppato all'interno della struttura.
Poi è stato versato il Core Bond, che è andato a baciare tutte le parti formando una continuità strutturale tra l'acciaio, le strisce di PVC e la parte interna del timone.
Il timone, pur non considerando l’ossatura interna di acciaio, è diventato un "osso di seppia" leggero, monolitico con un peso medio di circa 0,5 - 0,6 kg per litro.
Le tasche hanno permesso di fare il lavoro e controllare il riempimento in due fasi: la prima fino a metà timone e la seconda, dall'alto, a saturazione completa.
Le fasce di rinforzo in biassiale (il mat avrebbe appesantito inutilmente) hanno minore spessore e più forza.
Ora Mirco, è soddisfatto e nei prossimi anni avrà la certezza del buon lavoro fatto.

Per saperne di più: www.cecchi.it




Foto 1 – Il timone una volta svuotato viene lavato con acqua.



Foto 2 – Particolare sullo skeg con il perno di rinforzo.




Foto 3 e 4  – La pala del timone è stata riempita con PVC e Core Bond, in evidenza le due “tasche” già chiuse.


 


Foto 5 e 6 – Lo skeg già riparato e poi rinforzato con fibra di carbonio.




Foto prodotti: 10 10 CFS, Microfibre Minerali, fibra di carbonio, Core Bond, stucco Nautilus Epoxy Light Filler.

giovedì 23 gennaio 2014

VERNICIARE LA BARCA CON SMALTO

Sul mensile MONDO BARCA MARKET di gennaio il nostro redazionale su come verniciare la barca con lo smalto NAUTILUS POLYURETHANE ENAMEL


Il biglietto da visita della nostra barca, strano ma vero, è l’opera morta. E’ come l’abito che indossiamo che oltre che pulito non deve avere strappi o pieghe. Quando le nostre fiancate hanno bisogno di essere verniciate, NAUTILUS POLYURETHANE ENAMEL è lo smalto idoneo per questo lavoro: le sue performance e caratteristiche permettono di avere dei risultati più che eccezionali, facilmente raggiungibili da chiunque abbia un minimo di manualità e la passione di fare il meglio per la propria barca.
La qualità dello smalto due componenti NAUTILUS ENAMEL viene sottolineata, ed è facilissima, anche dalla possibilità di applicazione sia a pennello, che a rullo e spruzzo.
È da tenere presente che tutte le applicazioni a spruzzo disperdono nell’aria un buon 50% di prodotto, mentre quando si applica a pennello o rullo tutto il prodotto viene messo a protezione della nostra barca. Questo vuol dire ottenere un maggiore spessore e una lucentezza più profonda a parità di materiale usato. Se poi siamo noi armatori a lavorare all’aperto, in rimessaggio o banchina lavorando a spruzzo si rischia di spargere il prodotto sulle altre barche o su auto in sosta nelle vicinanze creando danni agli altri.
Più sicura, efficiente e funzionale è invece l’applicazione dello smalto a rullo coadiuvata dal pennello nelle zone più strette e meno accessibili.
Numerosi sono i clienti che già da anni seguono i nostri consigli e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Un passaparola dell’affidabilità non solo dei nostri prodotti ma anche dell’eccellente qualità del risultato.
La superficie della fiancata da verniciare deve essere levigata e liscia, se si vuole ottenere un risultato impeccabile. Innanzitutto va effettuato un buon lavaggio con acqua e shampoo per togliere ogni traccia di sporco e grasso.
Sulle vecchie fiancate carteggiare con carta abrasiva grana 200,  meglio se applicata con roto orbitale con aspirazione delle polveri, a bassa velocità e poca pressione. A questo punto qualsiasi imperfezione o difetto viene eliminato subito. Per le grosse colpiture o riparazioni possiamo intervenire con 10 10 CFS e Microfibre Minerali nel caso di scafi in vetroresina;  per scafi in legno con 10 10 CFS e Microfibre Naturali.
In alternaiva sono disponibili gli stucchi epossidici NAUTILUS, LIGHT o FINE FILLER, semplici ed affidabili. Permettono di stuccare la superficie colmando avvallamenti ed imperfezioni.
Le stuccature vanno poi perfettamente carteggiate con carta 220.
Si applica come base di fondo un primer epossidico come NAUTILUS EPOXY PRIMER.
L’applicazione è estremamente semplice se effettuata a rullo. Si consiglia di darne almeno 2 mani incrociate. Carteggiatura con carta 220 dopo l’applicazione della “spia”, una polvere nerofumo che permette di evidenziare eventuali avvallamenti o superfici convesse.
Si prepara a questo punto lo smalto Nautilus Polyurethane Enamel
Si miscela il quantitativo necessario (sono disponibili dei bicchieri graduati con i vari rapporti), si mescola bene e poi si fa riposare per almeno 10-20 minuti in base alla temperatura ambiente.
Nell’attesa la superficie da pitturare viene ancora una volta spolverata, meglio se usando il nostro panno antistatico,  con una leggera pressione.
Trascorso il tempo di riposo, si aggiunge se applicato a pennello o a rullo circa il 15-25% di diluente Nautilus Polyurethane Thinner, si mescola ancora bene e si applica immediatamente. Se applicato a spray, la quantità di diluente sarà intorno al 20-35%.
Si applica lo smalto con rullo correttamente in 2 o 3 rullate affiancate su una superficie di circa 1-1,5 mq. Il rullo di spugna permette di avere un risultato eccellente e resa doppia rispetto all’applicazione con pistola.
Con temperature alte è conveniente, durante l’applicazione, diluire ancora leggermente lo smalto.
Nautilus Polyurethane Enamel è ideale anche per pitturare la coperta, quando questa ormai consumata dal tempo, ha bisogno di nuova vita. Anche in questo caso, dopo avere riparato con 10 10 CFS e Addensante n°2 screpolature, zampe di gallina o colpiture, applicheremo come fondo il Nautilus Epoxy Primer.
NAUTILUS POLURETHANE ENAMEL è disponibile in una vasta gamma di colori tra cui due gradazioni di bianco (avorio e ghiaccio), giallo, blu scuro, rosso bandiera, nero, grigio e verde scuro. È possibile ottenere tutti gli abbinamenti corretti con la linea di galleggiamento e i vari colori di antivegetativa. La resa è di circa 16-18 mq/L. Dobbiamo considerare di applicare, per avere un ottimo risultato, almeno 2/3 mani di smalto.
NAUTILUS POLURETHANE ENAMEL oltre a potere essere applicato anche su prodotti precedenti monocomponenti è idoneo per legno, vetroresina, ferro, alluminio, ferrocemento.
Sul nostro DVD n° 3,  dove oltre la completa verniciatura con smalto NAUTILUS POLURETHANE ENAMEL dell’opera morta, si possono vedere altri interventi  utilizzando la resina epossidica 10 10 CFS e suoi additivi.