Bolina
stretta, avanti a tutta forza e… colpi di timone per salire sull'onda e partire
in surf.
Intervenire
sul timone è un lavoro che si cerca di rimandare. Non è un intervento di
normale routine. I timoni non sono facilmente "indagabili" con i
rilevatori di umidità, perché la struttura di ferro manda in tilt lo strumento.
Bisogna interpolare tra i numeri.
In questo
caso, Mirco, è stato drastico. Non trovava soluzione e consolazione a vederlo
gocciolare per giorni e giorni ad ogni alaggio. Stucca qui, stucca là, ma il
problema restava, tornava puntuale.
Lunghi
colloqui telefonici e poi la prima finestrella, a seguire la seconda e con
questo accesso rimozione completa di tutta la schiuma poliuretanica.
Marcia e
piena di acqua come una spugna.
Nessuna
struttura, né cellule chiuse tanto decantate.
Il timone
mostra lo strato sottile della laminazione; l'ossatura interna d'acciaio è
ancora integra, seppure in parte sganciata dall'involucro esterno. Gli stucchi
a base poliestere, seppure fibrati, ritirano, contengono solvente!
Lavaggio
generoso con acqua. Solo acqua per la rimozione completa dei residui e per
sbloccare ogni accumulo raccolto di decomposizione del poliestere.
Niente
meglio dell'acqua!
La
struttura ora appare asciutta e trasparente. Lo skeg di due parti, di cui
quella alta è proseguimento dello scafo, è allineata con due perni a metà
struttura prima di essere laminata per dare integrità. Lì si è scavato per il
controllo e ricostruita la parte mancante con 10 10 CFS e Microfibre Minerali
prima di laminare nuovamente con vetro e carbonio unidirezionale.
Sempre con
10 10 CFS e Microfibre Minerali viene formato un impasto simile a una
marmellata densa che dopo avere spennellato le parti interessate, con il solo
10 10 CFS, viene introdotto attraverso le “tasche” del timone, in modo da
creare un rinforzo e per fare una corretta presa degli appoggi interni di
acciaio come nella parte da ricostruire dove è fissato con viti il calcagnolo.
Il PVC a
cellula chiusa, tagliato in strisce, è stato zeppato all'interno della
struttura.
Poi è stato
versato il Core Bond, che è andato a baciare tutte le parti formando una
continuità strutturale tra l'acciaio, le strisce di PVC e la parte interna del
timone.
Il timone,
pur non considerando l’ossatura interna di acciaio, è diventato un "osso
di seppia" leggero, monolitico con un peso medio di circa 0,5 - 0,6 kg per
litro.
Le tasche
hanno permesso di fare il lavoro e controllare il riempimento in due fasi: la
prima fino a metà timone e la seconda, dall'alto, a saturazione completa.
Le fasce di
rinforzo in biassiale (il mat avrebbe appesantito inutilmente) hanno minore
spessore e più forza.
Ora Mirco,
è soddisfatto e nei prossimi anni avrà la certezza del buon lavoro fatto.
Per
saperne di più: www.cecchi.it
Foto 1 – Il
timone una volta svuotato viene lavato con acqua.
Foto 2 –
Particolare sullo skeg con il perno di rinforzo.
Foto 3 e
4 – La pala del timone è stata
riempita con PVC e Core Bond, in evidenza le due “tasche” già chiuse.
Foto 5 e 6
– Lo skeg già riparato e poi rinforzato con fibra di carbonio.
Foto
prodotti: 10 10 CFS, Microfibre Minerali, fibra di carbonio, Core Bond, stucco
Nautilus Epoxy Light Filler.